di Mara Muratori, membro di Seguimi

In concomitanza con le prime notizie allarmanti sulle difficoltà economiche di tante famiglie a seguito del blocco lavorativo per emergenza Covid 19, ecco sopraggiungere i primi messaggi telefonici: “C’è bisogno?”, “Riusciamo ad aiutare qualche famiglia in difficoltà?”, “I poveri di Irma (colonna storica del Gruppo Seguimi che ha dato un futuro a tante situazioni senza sbocco) come stanno?”. Tra l’altro avevamo appena sentito che il nostro amico Don Max, in parrocchia, era rimasto con solo due kg di pasta… per una lunga fila di persone in attesa fuori dalla porta. Anna, poi, incalzava: “Mandiamo un invito a tutti i nostri amici e conoscenti, chi vorrà risponderà!”. Sembrava quasi che si stesse aspettando il via da qualcuno per procedere con offerte e donazioni, accompagnate spesso da un “Fatemi sapere se occorre altro, tenetemi presente”. Come chiamare questa iniziativa? Cosa di più semplice e immediato di “Pane quotidiano”?

Ne è seguita una vera “moltiplicazione dei pani” che scorreva dal cuore, ai telefonini, per depositarsi con buste straripanti di alimenti in tante case, attesi a braccia aperte.

Una collaborazione a più mani, come sempre, una perfetta catena di ingranaggio solidale, nata sull’onda dell’emergenza. Amici e colleghi pronti e solleciti nel finanziare, altri amici a coordinare le richieste e altri ancora a distribuire.

Ma il pane è anche la bolletta della luce o del gas, il condominio, il telefonino per la Didattica a Distanza, il conto del dentista (già ridotto al minimo dalla sua generosità) di due giovani donne che evitano di sorridere per non mettere in mostra la loro bocca rovinata… e un uovo di Pasqua gigante che ha fatto brillare gli occhi di una bambina.

Una sinergia che non si è mossa nell’anonimato, né di chi offriva (tutti tracciati, ormai, pur rispettando la volontà di non essere individuati e ringraziati), né di chi, con umiltà e riconoscenza, riceveva.

Un’onda lunga di generosità che non potrà che raggiungere anche i nostri Centri del Burundi, del Camerun e del Congo visto che, sul posto, non ci sono amici che possano provvedere… tanto meno ora con la pandemia da Covid.

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